sabato 28 aprile 2012

Lega del Latte, antibiotici e...

L'inverno è arrivato, ha fatto i suoi danni e se n'è andato...e la primavera non pare intenzionata a essere da meno. Sul nostro frigorifero è stato attaccato persino uno scadenzario giornaliero per la somministrazione delle varie medicine che 50Grillo deve ingurgitare, per forza o per piacere. La nostra personale collezione di raggi X è schizzata da 0 a 4, in meno di tre mesi, mentre i giorni d'asilo hanno subito una contrazione direttamente proporzionale alle visite dalla pediatra - che ormai è una di famiglia. Nel giro di mezza giornata ho avuto 5 consulti diversi per l'ennesimo focolaio della bimba, che tossisce come un fumatore incallito giorno e notte e rimbalza da un'infezione all'altra alla velocità di una pallina da tennis in partita. La parola "guarire" ha assunto, per la sottoscritta, un significato simile a quello del parcometro: trattasi di servizio a tempo. Quanto? Si spera sempre di strapparne un po' di più, ogni volta. Ogni volta che mi guardo allo specchio (sempre meno, devo dire), verifico per quanti secondi riesco a sorridermi senza sembrare stravolta: di rado arrivo oltre il paio e, più tempo passa, meno mi ci metto.
Il nonno di 50 dice che dopo due anni di salute piena e scoppiettante la bimba ha preso la prima botta seria con l'asilo. Chiamarla "botta" è come comparare un tamponamento al semaforo con un frontale in autostrada, almeno per me. La "botta" è per tutti: mamma, papà e fratellino (che, in realtà, condivide i medesimi germi, con la differenza che se li piglia uno alla volta, mediati dalla sorella, e che, quindi, in questo modo si corazza piano piano...Mitridate insomma. D'altra parte è un guerriero, no?).
Un bimbo ammalato è un potenziale tornado per la famiglia che lo assiste. I genitori faticano a stare sulle proprie gambe, figuriamoci a trovare del tempo per se.
I dottori si trasformano in liane della Foresta Amazzonica e, a meno di non essere discendenti di Tarzan o specialisti a propria volta (oddio, no, forse così è anche peggio) la sensazione di smarrimento e stordimento è la prima che arriva e l'ultima ad andarsene, come il parente più scomodo.
Sono stanca.
E poi, mentre aspetto l'ennesima ricetta per l'ennesimo treno di antibiotici e cerco di non vomitare per la stanchezza e la tensione e il terrore che ci sia "dell'altro" che non sappiamo - essere mamma è anche questo, gente!- eccoti, nella sala d'attesa della pediatra, la splendida neomamma bis - con pargola annessa, in braccio - discettare con l'apprensiva/attonita/esausta/rincitrullita neo-neomamma - anch'essa con pargola al seguito - del fondamentale apporto della Lega del Latte nell'aiutarla a non rinunciare all'allattamento al seno, che al primo figlio le era mancato. La neomamma new age - nonostante abbia una figlia che vomita ed è piccola, per sua stessa ammissione - ha bandito il latte artificiale, così come gli antibiotici, che fanno male, perché se anche le sue figlie sono piccole stanno comunque bene ed è meglio che la natura faccia il suo corso. Al massimo l'aerosol e la pulizia del naso. Magari la piccola ci mette di più a guarire ma almeno si fa i suoi anticorpi naturali. E l'esperienza insegna, chiaramente: in nove mesi di nido della prima pargola mai manco un raffreddore (mica a pensare: che culo! Sono stata fortunata. Figuriamoci!). E poi, se anche mangia poco, basta che stia bene, no? Ci sono bimbi che mangiano poco ma crescono lo stesso in altre parti del mondo, no? (Magari, però, hanno fame e mangerebbero, potendo! Magari a te va bene perché tua figlia non è famelica. Al posto mio non so se avresti fatto tanta filosofia riguardo all'"aggiunta").
L'altra mamma pendeva dalle labbra della mamma bis (EROICA genitrice di bimba 1, anni 2  e tre mesi e bimba 2, 3 mesi. Neo-neomamma: "Chissà che fatica!". Mamma bis: "Un inferno, guarda, ma così ho fatto e non ci penso più!"), battendosi il petto per aver dato rinunciato ad allattare quando dal tiralatte non usciva niente (forse perché non c'ERA niente?) ed essersi affidata al latte per bimbi stitici da 30 euro alla confezione (se ne trova a meno e altrettanto buono, basta cercare). Mamma bis tentava di confortarla e la incoraggiava a provare al secondo figlio.
E io? Per la prima volta da secoli ho pensato, con sarcasmo zero, che il mondo è bello perché è vario. Cioè, per me sentire certe cose equivale più o meno a guardare "Zelig" e lo penso seriamente, beninteso, però c'è anche chi la pensa in questo modo e ha diritto a esistere. Se sono intervenuta? No. Perché? Che senso avrebbe avuto? Non è mica una gara a chi spara la trovata migliore. Penso semplicemente che ognuno debba sbattere il naso sulla propria esperienza e così vale anche per me e i 4 episodi di focolaio di 50. Cosa spero di imparare? A prenderla meglio, anzitutto. É solo il primo e manifesto di una lunga serie di problemi per ora solo potenziali. E se accadesse il peggio? Credo che si vedrà e basta.
E comunque: ho due figli nati a 15 mesi di distanza, ho allattato la prima due settimane, prima di rinunciare, perché era sottopeso e non faceva che piangere, mentre il secondo, rientrato dall'ospedale dove l'hanno trattenuto per una settimana, non ne voleva sapere di attaccarsi e comunque il tiralatte aveva già evaso ogni mia scorta. Ho trovato un ottimo latte all'estero, ho speso il giusto e i miei figli sono cresciuti bene lo stesso. Mia figlia, attualmente, prende due antibiotici ed è al 4° ciclo complessivo. Si è ammalata al primo anno di asilo (come molti bimbi) e ha passato a casa 3/4 dell'anno scolastico. Ringrazio Fleming, Pasteur e Jenner di essere esistiti, così come che ha inventato il latte artificiale che, in mancanza delle care vecchie balie, ha permesso ai miei figli di sopravvivere e crescere. Non amo granché i farmaci ma cerco il buonsenso in ogni cosa, anche nel loro uso. E non sono un modello da imitare. Mi piacerebbe che passasse anche solo questo, di pensiero. E comunque faccio volentieri a meno della Lega del Latte: il mio record estrattivo è stato di 70 ml (di colostro): una volta sola, poi basta (del tutto).