Caro babbo, approfitto del mio blog per scriverti. Mi sembra d'uopo visto che anche i Parents in Progress hanno dei propri Parents in Progress e, per una volta, ci si può mettere dall'altra parte della barricata.
Si sta più al sicuro, devo dire: una valanga di problemi in meno e una miriade di certezze in più. E' davvero ridicolo, ma è così: se da genitori ci si preoccupa di dare il proprio meglio per i figli, da figli, specie arrivati ad una certa età, ci si tramuta in Anubi rispetto al comportamento dei genitori, pesando sulla bilancia qualsiasi azione o reazione, qualsiasi presenza o assenza, qualsiasi cosa insomma. Quindi, se da genitori accorti si cammina sui carboni ardenti un motivo c'è: dall'altra parte sono pronti a bersagliarti al minimo sgarro. A pensarci bene non è ridicolo, è terrificante. Prima o poi toccherà a me e non credo mi piacerà finire alla gogna, anche se so bene che mi aspetta, qualsiasi cosa faccia anche con le migliori intenzioni. Perché è questa la chiave vero? Per quanto bene ci si metta, per quanta buona volontà, tempo, dedizione, per quanto amore si investa non basta mai, la gogna è comunque una certezza. Il diritto dei figli a giudicare è naturale, purtroppo. Farà anche male ma è connaturato al fatto che non è per volontà loro se sono al mondo. Eppure quel giudizio ha il suo senso, il suo assoluto perché. E' un po' come il dolore, che ti ricorda che sei vivo. Senza quel giudizio non sei genitore, vuol dire che tuo figlio non ti riconosce come tale, non te ne ritiene degno.
Ecco, babbo, tu sei assolutamente degno di un giudizio. Ti posso assicurare che anche nel momento in cui siamo stati più lontani non ho mai perso fiducia di riprenderti. Il rapporto con te mi ha insegnato che si può amare moltissimo qualcuno anche quando ci sono distanza ed incomprensione e che quel qualcuno, proprio per questo, merita mille e più tentativi.
Ti ho imputato di essere stato assente, o meglio, non troppo presente, specialmente in momenti per me pregnanti. Ti ho accusato di avermi travolto con i tuoi problemi, di avermi fatto sentire grande troppo presto. Ti ho messo di fronte ad una figlia diversa da quella che credevi di conoscere, ti ho spiegato che mi conosci poco o affatto. Sono parole pesanti, che a me, come madre, potrebbero pesare un giorno, ma non sono vuote.
Anzitutto hanno prodotto il primo risultato sperato: farmi ascoltare davvero, darmi la possibilità di esprimermi senza riserve, rischiare la porta in faccia per aprire un portone. Come genitore so che per un figlio è importante farsi capire, essere ascoltato, esserci nei pensieri del genitore. In seconda battuta ho vinto contro l'insidioso senso di impotenza ed incomunicabilità che per lungo tempo ha minato, da parte mia, il rapporto con te: ho dimostrato ad entrambi che valevi la pena tentare. In terzo luogo ho guadagnato il poter gettare una nuova luce e nuove basi nel mio rapporto con te e qualcosa è cambiato: non ti ho più sentito distante. Quindi ho vinto ancora. Ti sei perfino prestato a presenziare al mio secondo parto...non è da tutti i babbi. Secondo me si contano sulle dita di una mano quelli che lo hanno fatto, e sono sicuramente molti meno di quelli che hanno applaudito ad una laurea del figlio o hanno accompagnato una promessa sposa.
Nella freddezza e lucidità di una e-mail scritta dopo mille e più analisi e ragionamenti ho centrato tutti i miei obiettivi. Quindi hai vinto anche tu. Non è stato indolore, né facile, lo immagino, ma spero sia chiaro oggi che quelle parole miravano ad un bene più grande del dolore che potevano provocare. Si uccide il proprio Maestro per rinascere, in fondo, più consapevoli, ancor più amanti della vita. La frase "Sei il miglior babbo del mondo" non ti calza; meglio"Sei il miglio babbo del MIO mondo", l'unico che conosco e che voglio rendere migliore, anche insieme a te. Perché anche tu hai diritto a dire la tua, oggi lo capisco. Hai tutte le tue migliori intenzioni da spiegare e sostenere perché valgono quanto le mie. Quindi siamo pari e di nuovo, sicuramente, insieme, come e meglio che mai.
Un forte abbraccio.
Ti amo tanto babbo.
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