domenica 27 febbraio 2011

FRIENDS - AMICI

Fiumi di carta stampata e di corrente elettrica in bit sono stati spesi per raccontare questa parola, darle un senso, celebrarla o, sì, anche specularne. Raramente mi è capitato di considerare le amicizie dei miei genitori, a dire il vero, tranne quando non mi hanno coinvolto direttamente. Mia madre è stata sicuramente più fortunata di mio padre da quel lato o magari semplicemente più conservativa: le sue amicizie sono le stesse da anni, poche ma ottime, non semplicemente buone, e tutte mantenute con cura, come le piante di un giardino. Mio padre ha perduto quello che era il suo unico migliore amico molti anni fa e da allora, credo, non ne ha più trovato uno simile pur circondandosi di persone stimolanti e gradevoli. Tuttavia, proprio come me per una volta, mio padre è certamente più restio ad avvicinarsi seriamente ad una persona consentendole un dialogo intimo e credo sia questo tipo di rapporto che lui definirebbe come amicizia vera. 
Il mio caso è abbastanza simile al suo: le mie amicizie vere si contano sulle dita di una mano e solo di una posso dire che vale cento o mille camminate sui carboni ardenti. Per il resto conosco persone davvero interessanti, alle quali generalmente mi avvicino con garbo, e che riempiono la mia vita di esperienze nuove ogni giorno.
L'amicizia intesa in senso stretto, per me, rappresenta quasi una parentela acquisita. La mia migliore amica non solo è "come fosse", bensì "è" mia sorella, la sua famiglia è la mia famiglia. Non si muove foglia nel mio o nel suo cielo che non abbia eco anche in quello dell'altra. Mi rendo conto che è un rapporto particolare, esclusivo, raro, ma proprio per questo merita tutta la dedizione della pianta più bella del giardino, per restare alla metafora di prima. Parlando di parentela acquisita, ho sicuramente la gioia di affermare che il mio compagno, il D.I.P. dei miei figli, è anche un mio grande amico. Non lo fosse non ci starei insieme. Dirò di più...dovesse andare male tra noi (e di certo non me l'auguro) farei comunque di tutto per non perdere la sua amicizia che per me vale moltissimo.
Ai miei figli forse sembrerò incoerente: in fondo credo di apparire piuttosto cordiale, di dar sembra di gradire la compagnia altrui in generale e senza gran distinguo, il che è vero. Ciò che per me, tuttavia, vale un'amicizia non si pesa né misura eppure si costruisce. Ci vuole un sacco di tempo perché mi fidi di qualcuno, ed un altro bel po' perché  consenta a me stessa di avvicinarlo. Niente di male, semplicemente credo che l'amicizia vada per gradi. Pur non facendo il torto di chiamare gli amici meno "vicini" semplici "conoscenti", mi rendo conto che nei loro confronti, pur sincera, sono sfuggente. Dico e non dico e in ogni caso preferisco ascoltarli. Mi ci vuole un sacco di tempo. 
D'altronde conosco il valore dell'amicizia anche perché ne ho sacrificate alcune, tra tutte una, per quello che all'epoca mi è parso, e tuttora mi pare, un bene più grande. Credo che volere il bene di qualcuno possa anche voler dire lasciarlo andare, recidere un legame usurato come, biblicamente parlando, a voler potare un albero perché dia più frutto. Alle volte davvero la vita ti mostra che due persone rendono meglio separate che insieme, il che vuol dire che recidere un legame non sempre è un male. Ovviamente nessuno dice che la cosa sia indolore o che non lasci alcuno strascico o che non possa trovare nuovi sviluppi. Sicuramente le relazioni ti insegnano a vivere, si spera meglio, anche se passano per momenti bui o decisioni drastiche. Può infatti capitare che alcune persone entrino ed escano dalla nostra vita per poi tornare. Se non tornano però non è un problema, semplicemente capita. Ecco, questo vorrei mostrare ai miei figli, che in amicizia come in amore, si vive tutto sul serio, che bisogna essere solerti, presenti, attenti e che alle volte bisogna saper perdere per vincere un domani o per cambiare semplicemente strada e che in questo non c'è niente di male. L'importante è non portare rancore, quello davvero è inutile. Finché c'è indifferenza, niente di male, ma il rancore logora chi se lo trascina e chi gli sta accanto. In più, posso affermare senza tema di essere smentita che le amicizie vivono e sopravvivono a differenze abissali tra le persone, differenze che in molti casi hanno provocato conflitti sanguinosi nella storia di questo mondo. Eppure basta essere davvero amici e non c'è differenza che tenga, perché l'amico è come l'amante in questo: è parte di te, nel bene e nel male e si fa di tutto per preservarlo dal male e dalla morte. 

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