I won’t ever stop repeating how a complete experience being a Parent in Progress has been to me so far. The biggest everyday challenge of a lifetime, if you take it seriously as you should, of course. It’s a call in question not only for yourself, but for everyone who’s part of your family, that means you, your partner and your children. Today, I’d just like to remind myself and the rest of the parenting world how important it is to be on that call, available to start all over again everyday, not be afraid to take sides, make judgments and mistakes, but most of all, to stay humble enough to remember our biggest resource is help from outside. In the last few days, we’re been having our issues with ’50, who’s about to turn 2 with all that it entails. This means the little girl’s become quite sensitive about almost everything – and that’s a euphemism for “impossibly whimsical” – closer to mom – or, worse, grandma - than a mussel to a rock, always trying to drive our attention to her and what she wants us to do with or for her – though, mostly for. Suffices to say she’s just exhausting, more than the high-pressured two weeks with fixed 102-104 °F we’re going through.
Involuntarily of course, she drove us to a series of huge fights – more due to frustration than anger – we managed to solve positively, thank god, but just because we understood the importance to stay together through this very delicate moment. That was not easy but it was important. For example, it made me understand some new things about me, not just as a mom but as a person too, it gave me the chance to look at things from a different perspective and, most of all, it reminded me that listening to other opinions is always extremely helpful. It’s always so easy to forget I need to ask for help if I want to survive. Unfortunately, I tend to concentrate things in my hands with the misleading thought I can make them quicker. Fact is, sometimes I don’t even get to complete a single task of the day, because I’m too busy trying to hold things up together. I must admit I need help and, if I don’t, I need someone to remember me. Lucky me, I’ve got my D.I.P.. Thank god we’re in this together and are both willing to stay and, let’s face it, yeah, to win this.
So the little lady is tough yeah, but we’re tough too. As I got I wasn’t able to make it through on my own, I decided to check the web for some parent forums, so to see if our problem was as common as we supposed, and how other people dealt with it. Lucky us the so-called “terrible twos” are a common issue. I could find plenty of opinions and good tips here and there. It’s already started to pay back, as I do not feel as frustrated as before, just simply because now I have a new perspective on the problem. Let’s hope we’ll be off this moment soon enough, because I’m sure there are plenty others to come up.
However, there’s always a bright side, even in Hell’s Kitchen – and it could not be more appropriate these days – and that is the girl seems to be starting to utter some meaning words. The very first she came up with yesterday - August 21st, 23 months just over, just for the record – when she pointed her chubby little finger at her bottle and exclaimed: "ACQU" (water). There's still a missing "A" at the end but she was damn clear, no doubt about it. Her first word is not “mama” or “daddy” or anything, that is. But it’s just the essence of biological life: “water”. And it’s not the easiest word ever to start with, by the way, so, we can really say the girl’s got the right stuff!
In the meantime, the boy’s making progress, slowly but constantly. He’s managing to keep his head up properly, can sleep alone in his bed and share the room with his sister, but most of all he sleeps overnight, 10 to 11 hours, just waking up a couple of times for thirst and simply falling asleep again on his own every time. And that’s amazing folks! So while the girl’s getting troubled, the boy seems to be in a new, positive phase, thank goodness. He eats and sleeps well, he’s willing to talk and he’s starting to giggle the more and more frequently, and he’s all smiles to both mom and dad. Only thing is: he appears not to bee too confident with visitors – and that’s not necessarily a negative thing – which means his grands are sometimes ignored or just studied and not granted a single smile in a day. Anyway, he’s generally lovely and peaceful, which is an enormous progress for us. We’ll see what happens next.
Non smetterò mai di ripetere quanto fare il genitore in carriera sia un’esperienza totalizzante per la sottoscritta. E’ la più grande sfida della tua vita,, se presa seriamente, come si deve, ovviamente. E’ una chiamata in causa continua non solo per te ma per tutti i membri della famiglia, quindi il/la tuo/a compagno/a e i tuoi bambini. Oggi, vorrei ricordare sia a me che al resto del mondo l’importanza di stare “sul pezzo”, disponibili a ripartire daccapo tutti i giorni, a non aver paura di prendere posizione ed emettere giudizi, ma soprattutto, di restare umili a sufficienza per rammentare che la migliore risorsa che abbiamo è l’aiuto esterno. Negli ultimi giorni abbiamo avuto il nostro bel daffare con ’50, che sta per compiere due anni con tutto quel che ciò comporta. La bimba, infatti, si mostra estremamente sensibile a tutto – un eufemismo per “insopportabilmente capricciosa” – appiccicata alla mamma – o, peggio, alla nonna - come una cozza ad uno scoglio, e perennemente intenta ad attirare la nostra attenzione su di lei o su cosa vuole che facciamo con o per lei – nella maggioranza dei casi vale il “per”. Si può dire che ti esaurisce anche oltre le due settimane di alta pressione a 39-40 °C fissi che stiamo attraversando.
Ovviamente senza volere, ci ha spinto a un paio di litigate serie – per la verità più frutto della frustrazione che della rabbia – che, per fortuna, siamo riusciti a risolvere positivamente, ma solo perché ci siamo resi conto dell’importanza di stare uniti in questo momento tanto delicato. Non che sia stato facile, ma importante sì. Ad esempio perché ha messo in luce nuovi aspetti di me, non solo come mamma ma come persona, mi ha dato la possibilità di guardare le cose da un altro punto di vista e, soprattutto, mi ha ricordato che aiuta davvero ascoltare altre opinioni.
E’ anche troppo facile dimenticarsi che chiedere aiuto è fondamentale per sopravvivere. Purtroppo ho la tendenza a fare tutto io con il pensiero fuorviante, in questo modo, di far prima. La realtà è che a volte faccio fatica a portare a casa un singolo risultato al giorno, perché sono troppo occupata a tener dietro a tutto il resto. Devo scendere a patti con l'idea di aver bisogno d'aiuto e, se non ci riesco da sola, bisogna che qualcuno me lo faccia presente. Per fortuna c'è il D.I.P. Grazie al cielo in questa cosa siamo in due, determinati a restare e, sì, ammettiamolo, a vincere. Perciò se la signorina è tosta, lo siamo anche noi. Siccome ho capito che per conto mio non ci saltavo fuori, mi sono guardata intorno sul web, spulciando qualche forum di genitori per capire se il nostro problema potesse essere comune come credevamo noi e come lo affrontassero altri genitori. Per nostra fortuna, i cosiddetti “terribili due” sono un problema condiviso. Ho trovato tantissime opinioni in merito e svariati buoni consigli qui e là, che, tra l'altro, hanno già cominciato a rendere. Infatti non mi sento più frustrata come prima, se non altro perché ho acquisito una nuova prospettiva sul problema. Speriamo di uscirne presto, perché ho idea che ce ne siano ben altri dietro l'angolo ad aspettare.
In tutto questo c’è sempre una buona notizia, anche all'anticamera dell'inferno - e in questi giorni si può ben dire - ed è che la bimba sembra finalmente arrivata a pronunciare qualche parola pregna di significato. La prima è arrivata giusto ieri – 21 agosto, 23 mesi appena compiuti, per la cronaca – quando, puntando il ditino ciccioso al suo biberon ha esclamato: “ACQU”. Manca ancora una “a” finale ma è stata così esplicita da non lasciare dubbi. Non sarà “mamma” o “papà” o niente del genere. Però è l’essenza della vita biologica: “acqua”. Tra l’altro non è neanche una parola facile da pronunciare, perciò si può ben dire che la bimba ha i numeri, e tutti giusti!
Nel frattempo, il bimbo fa progressi, in modo lento ma costante. E’ in grado di gestire i movimenti della testa autonomamente, riesce a dormire da solo nel suo lettino e a dividere la stanza con la sorella, ma, soprattutto, si fa 10-11 ore di sonno in fila svegliandosi solo un paio di volte per la sete e riaddormentadosi subito dopo. E questo sì che è un traguardo, gente! Perciò, se la bimba fa dannare, il fratello sembra essere entrato in una fase indubbiamente positiva, per fortuna. Mangia e dorme bene, ha voglia di chiacchierare, e ha cominciato a parlottare a modo suo sempre più spesso e sorride tanto a mamma e papà. C'è solo una cosa: non sembra gradire granché i visitatori - anche se non è necessariamente una cosa negativa - il che vuol dire che alle volte non degna neanche i nonni o, se lo fa, resta in fase di studio e non regala un sorriso neanche morto per tutta la giornata. Per il resto è comunque un bimbo adorabile e pacifico, un progresso da elefante per noi. Vedremo cosa ci aspetta a breve.
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