venerdì 4 marzo 2011

My little warrior - Il mio piccolo guerriero

My son has now proven to be a real warrior. Not that he hadn't given any signs before: we had to get it from his moves when he was unborn yet. His restless temper and hard kicking was plain to see even then so we should have seen it coming. I guess we hoped for things to be a little quieter after birth. In the end, what does a newborn really need besides food, sleep, diaper changing and plenty of cuddles? Truth is, sometimes children are born "nervous", meaning inclined to cry, restless and apparently inexplicable movement, and sleeplessness. It does not necessarily depend on the parents or the family. Such kids are a challenge and probably the reason why many P.I.P. decide one of them is enough and give up to the idea of a second child. They appear to be continuously at war, God knows against whom or what, they always need to say or do something even if their talk is far from coming and their moves are quite limited at the beginning. Any sudden unknown sound drives them to panic and they appear to be able to resist to sleep more than any adult ever could. Certainly, you would not expect a newborn to beat you on that, because after 20 or more hours awake, doing everything you can possibly do, you P.I.P. desperately want to believe your child IS tired. But he is not. He'll keep resisting for hours or at least up until the very concept of patience becomes an oasis in the desert of your stressed nerves. You keep asking yourself what you've done wrong, what you can do better, WHY he's so upset that he can't find peace, even in your arms. Well, I guess at some point you come to realise that's who he is. He's a warrior. Warriors know no peace, they rest just as necessary to get their forces back on track, they yell, they scream, they're always on alert, ready to strike. That's what my son is like, indeed. I gave birth to Thor and now I've simply got to deal with him. Best way to do it? Discipline the guy! Another truth about babies is they love routines, they make them feel safe. Presuming such a feeling is miles away from my son, I need to make him understand he's to expect no harm to come. In order to do so, I need to introduce specific behaviours according to the various occasions. Translation: you need to scream to work off? Please do. No one will stop you. In the end, you'll be enough tired to fall asleep. If I can't take that tension away from you it'll find its own way off. You want to fight? You'll kick the sofa on your own for that matter, I am no punching ball, sorry. You want to spend all of your day in my arms? Sorry, I am no cradle, you have your own place and it's nice and comfortable enough, believe me. You'll be perfectly fine in there while I'm working. Discipline, that's it! After all, if he's a potential warrior, all we need to do is turn him into a soldier. Like I said, that's a big challenge, but we can't lose or we'll be lost with it. I've never thought being a parent might mean playing a Live Risk game but then so be it. If he's Thor I'll be Odin and we'll see...

Mio figlio si è finalmente mostrato per quello che realmente è: un guerriero. Non che non ne avesse dato segno finora: dovevamo capirlo dal suo agire quando ancora non era nato. Non stava mai fermo e calciava di brutto, il che avrebbe dovuto bastare a rendere l’idea. Forse abbiamo sperato che le acque si calmassero una volta nato. Dopotutto che mai può desiderare un neonato a parte cibo, sonno, cambio del pannolino e un bel po’ di coccole? La verità è che a volte i bambini nascono "nervosi", ovvero inclini al pianto, ad un moto permanente ed incontrollato e all'insonnia. Non è che dipenda necessariamente dai genitori. Bambini simili sono una vera e propria sfida e probabilmente la ragione principale per la quale molti P.I.P.  decidono che un figlio è sufficiente, rinunciando alla possibilità di un secondo bambino.
Bambini del genere sembrano essere continuamente in guerra, Dio solo sa contro chi o cosa e­­­ se­­­ntono sempre il bisogno di dire o fare qualcosa, anche se la parola è in là da venire e il moto è quel che è, al principio. Qualsiasi suono sconosciuto ed improvviso li manda nel panico e mostrano una accanita resistenza al sonno, sicuramente superiore a quella di molti adulti. Di certo non ti aspetti di essere battuto da tuo figlio quando, dopo 20 ore di veglia a fare di tutto e di più, tu P.I.P. vuoi disperatamente credere che tuo figlio SIA STANCO. Ma non lo è. Anzi, resisterà ancora per ore, almeno fin quando lo stesso concetto di pazienza si sarà trasformato in un'oasi nel deserto dei tuoi nervi disfatti. E tu sei lì a continuare a chiederti cosa hai sbagliato, cosa puoi migliorare, PERCHE' ha qualcosa che non va e non trova pace, anche in braccio. Beh, ad un certo punto penso che arrivi a fartene una ragione: è fatto così e basta. E' un guerriero. I guerrieri non hanno pace, si riposano il minimo necessario a riprendere le forze, gridano, urlano, stanno sempre sul chi vive, pronti a colpire. E mio figlio è così, in effetti. Ho messo al mondo Thor e adesso mi tocca conviverci. Il modo migliore? Dargli un pò di disciplina! Un’altra verità sui bambini è che amano le routine perché li fanno sentire sicuri. Supponendo che una sensazione del genere stia a chilometri di distanza da mio figlio bisogna che gli faccia capire che non ci sono pericoli all’orizzonte. Per far questo devo mettere in atto determinati comportamenti a seconda dei vari casi. Traduzione: devi urlare per sfogarti? Fai pure. Qui nessuno intende fermarti. Alla fine sarai così stanco da addormentarti da solo. Se non riesco io ad allentare la tua tensione ci penserà da sola ad andarsene. Vuoi combattere? C’è il divano apposta, se ti va di tirar calci. Mi spiace ma non sono un sacco da pugile. Vuoi passare la giornata in braccio? Desolata ma non sono una culla. Tu il tuo posto ce l’hai ed è più che gradevole e confortevole, credimi sulla parola. Vedrai che ci starai benissimo mentre io lavoro. Disciplina, ecco, tutto qui! Dopotutto se è un potenziale guerriero tutto quel che dobbiamo fare è trasformarlo in un soldato. Come dicevo è una sfida, ma è una di quelle che non possiamo perdere se non vogliamo rimetterci noi. Non avevo mai pensato che diventare genitore potesse voler dire giocare una partita a Risiko dal vivo ma tant’è. Se lui è Thor allora io sarò Odino e poi vedremo…

3 commenti:

  1. Oddio, come ti capisco!!!
    la generazione dei secondogeniti guerrieri: forse a nostra insaputa si sta costituendo un'unità combattiva autonoma...

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  2. ...see, deve ancora nascere il lattante che batte RebbyTank. All'università mi chiamavano "Carrarmato" per un motivo!

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